Il runner amatore spesso si avvicina alla corsa casualmente magari semplicemente perchè spinto dalla voglia di rimettersi in forma. Con i primi allenamenti si punta a migliorare essenzialmente velocità e resistenza trascurando di curare la tecnica di corsa.
Volendo paragonare il nostro fisico ad una macchina da corsa è come se curassimo solo il motore e tralasciassimo tutti gli altri particolari tecnici: inevitabilmente non riusciremo a scaricare a terra tutta la potenza ed anzi aumentaremo il rischio di rotture meccaniche.
Similmente nella corsa corriamo all'inizio seguendo un istinto naturale che quasi mai risulta essere il più efficente. Solo in un secondo tempo quando oramai la curva del miglioramento fisico si appiattisce si tende a considerare l'aspetto tecnico.
L'obiettivo diventa quello di ottimizzare l'energia spesa per avanzare ed al tempo stesso compiere il gesto in maniera tale da ridurre il rischio di infortuni.
L'ottimizzazione dell'applicazione delle forze, un baricentro corretto, la riduzioni dell'attrito e dei punti morti sono aspetti su cui si può lavorare e seppur ognuno di noi ha le proprie carattestitiche esistono dei principi generali che dovrebbero essere seguiti.
Il primo aspetto su cui lavorare è sicuramente quello dell'Assetto:
- Baricentro: il corpo deve essere spostato leggermente in avanti. Possiamo immaginare di avere un filo a piombo legato alla cintura, questo deve cadere vicino alla punta dei piedi. Questa posizione consentirà di sfruttare la forza di gravità durante la fase di avanzamento.
- Testa: lo sguardo deve sempre puntare una ventina di metri avanti per non far gravare il capo sul petto e consentire di poter respirare con facilità.
- Braccia: saranno piegate a 90 gradi e durante la corsa seguiranno, scorrendo parallele al corpo, l'avanzamento del piede opposto. Questo gesto serve ad equilibrare il corpo durante il movimento per consentire di mantenere il baricentro stabile ed un assetto corretto.
- Mani:Le mani devono rimanere decontratte.
- Sedere: risulterà essere leggermente in fuori ed i glutei concorreranno alla spinta in avanti.
Il gesto ideale della corsa è un unico movimento armonico, eseguito ripetutamente senza soluzione di continuita, che contempla due fasi principali: l'appoggio ed il volo.
Appoggio
Il movimento inizia spostando il baricentro in avanti. Il piede si flette e l'appoggio si trasferisce dal mesopiede all'avanpiede producendo una spinta in due direzioni, avanti ed in alto. Un movimento efficente deve avere la componente della spinta in avanti maggiore rispetto alla compenente diretta verso l'alto.
Il piede inizia una transizione aumentando la propria superficie di contatto con il terreno e trasferendo in avanti il peso di tutto il corpo. L’arco plantare ruota verso il basso (pronazione) ed i muscoli del polpaccio si caricano per restituire l’energia nella fase successiva.
In questa fase avviene anche la contrazione dei muscoli dell'arto (gluteo, quadricipite femorale e tricipite surale) che espandendosi forniranno la forza necessaria per la successiva fase di spinta.
Volo
La fase di volo segue la spinta ed è quella durante la quale avviene l'impulso motorio, nel quale l'arto di appoggio si estende e l'atleta abbandona il contatto col terreno.
Terminata la fase di volo il piede torna a prendere contatto con il suolo, contatto che dovrebbe avvenire con la pianta del piede.
La forza è fornita dalla distensione dei muscoli contratti nella precedente fase di appoggio. L’arco plantare si alza e il piede ruota verso l’alto e in fuori (supinazione).
L’efficienza della tecnica di corsa è strettamente correlata alla buona condizione muscolare ed articolare. Per migliorare questi aspetti è opportuno eseguire almeno una volta a settimana degli esercizi preatletici che aiutano sicuramente ad aumentare il rendimento.